Ho deciso di chiamare questo post cosi` perche` per me e` partito tutto da li`.
Ve lo ricordate, no? Piccoli problemi di cuore, il cui reale nome altro non era che "Marmalade Boy". Ed eccola la`, gia` la prima bugia.
Siamo negli anni 90 e io, piccola e ingenua bambina, che poco sapeva dell`amore, viveva di shojo e anime giapponesi in generale, quando non era impegnata a fare sport o iniziare a leggere libri.
Alle elementari infatti, come potevi capire se un bambino ricambiava il tuo interesse? Scrivere un biglietto con la fatidica domanda e chiedere alla fine di segnare una "X" nei famosi "si`" "no" "forse", sarebbe stato troppo per me.
Timida e insicura com`ero, avrei preferito portarmi quel segreto nella tomba, ma volendo comunque confessare questa cotta a qualcuno, decido di farlo con mia nonna.
Ora, ad una bambina di 8 o 9 anni, che ti confessa la sua prima cotta, cosa dovrebbe dire una nonna?
Sicuramente, non quel che mi disse la mia.
"E` di buona famiglia?" "ehm.. si`". (Leggasi, non ne avevo idea) "ottimo, ottimo. Non dimenticare sempre che la famiglia e` lo specchio di cio` che siamo." E io, ammutolita per i seguenti cinque minuti di paternale sull`importanza del lavoro dei suoi genitori e il loro ceto sociale, tornai a casa piu` confusa di prima.
E cosi` decisi di non parlarne piu`, passando i pomeriggi dai nonni davanti la tv a incantarmi davanti "i cartoni animati". Ed e` stata la mia rovina. Negli anni, ho seriamente pensato di far causa a Cristina D`Avena che mi ha seriamente convinta che "dove anche un sorriso e` qualcosa di piu`". NO! NON E` VERO! PER NIENTE!
Ma vi immaginate me, a scuola, vedersi fare un sorriso dal bambino dei miei sogni (tra l`altro ora sposato e padre di famiglia) e restare impalata pensando "OMMIODIO, CRISTINA AVEVA RAGIONE".
Per tutte le elementari, mi sono tenuta questo segreto. E mi sono persino iscritta al coro della chiesa per essere sicura di vederlo anche la domenica. Robe che se ci penso, mi convinco che tutto il mio problema era gia` evidente sin da quando ero una bambina.
Alle medie non e` andata meglio. Sin da subito ho iniziato ad attirare ragazzini bipolari, che mi scrivevano bigliettini dolci e di presenza mi prendevano in giro, come se si vergognassero di me.
Questo ha comportato un mio allontanamento da ogni persona che potesse causarmi problemi, dato che venivo spesso isolata, ma anche li`, per circa tre anni, ho avuto una cotta (mai ricambiata, anche perche` anche qui preferii il silenzio) per un ragazzino poco piu` grande di me.
E io, ancora credendo alle parole di Cristina D`Avena quando cantava "quando un volto restera` nel tuo cuore e saprai che il proprio amore (o primo amore?) anche se tu adesso non lo sai"o peggio "Io sospiro e penso a te, percheeeeeeeeee` tu sei nei sogni mieeeiiii , ma se pooooi sei qui con meeee non riesco maaaai a dirti sai, che io ti voglio beneee" ero convinta che un giorno si`, mentre lui si spostava i capelli dal viso dopo una partita di calcio, si sarebbe accorto di me, alta quanto un soldo di cacio, timida e perennemente insicura. Come no. Cosi` confesso i miei sentimenti in una lettera. Ma essendo un genio, non aspetto di consegnare la lettera appena lo vedo, no. Invio questa lettera ad un perfetto sconosciuto.
Ebbene si`. Non sapendo il nome del padre, provai a indovinare dall`elenco telefonico, risalendo alla zona in cui sapevo vivesse. Ora, non ho mai ricevuto risposta, ovviamente, ma sono abbastanza certa che qualcuno abbia riso con le lacrime.
Se stai leggendo questo post, sappi che ero io. Ripeto, troppi shojo.
La verita` e` che sin dalle elementari avevo capito che le ragazze come me, quelle un po` sulle loro, timide ma socievoli se gliene dai l`occasione, educate e gentili, non sarebbero MAI state prese in considerazione. Purtroppo piaceva la classica belloccia senza cervello: ancora ricordo quando alle medie un simpatico compagnetto mi disse che, se fossi stata almeno bella la meta` di una nostra compagna (la piu` bella della classe) allora sarei gia` stata considerata simpatica. Inutile dire che gli scrissi una grossa parolaccia nello zaino e lui non se ne accorse per un paio di giorni.
Al liceo le cose andavano gia` meglio. Ancora vagamente convinta che esistesse un briciolo di romanticismo, mi convincevo che sarei piaciuta per cio` che ero, anziche` essere preferita alla classica belloccia tutta ricci, tacco e minigonna.
Ve lo ricordate, no? Piccoli problemi di cuore, il cui reale nome altro non era che "Marmalade Boy". Ed eccola la`, gia` la prima bugia.
Siamo negli anni 90 e io, piccola e ingenua bambina, che poco sapeva dell`amore, viveva di shojo e anime giapponesi in generale, quando non era impegnata a fare sport o iniziare a leggere libri.
Alle elementari infatti, come potevi capire se un bambino ricambiava il tuo interesse? Scrivere un biglietto con la fatidica domanda e chiedere alla fine di segnare una "X" nei famosi "si`" "no" "forse", sarebbe stato troppo per me.
Timida e insicura com`ero, avrei preferito portarmi quel segreto nella tomba, ma volendo comunque confessare questa cotta a qualcuno, decido di farlo con mia nonna.
Ora, ad una bambina di 8 o 9 anni, che ti confessa la sua prima cotta, cosa dovrebbe dire una nonna?
Sicuramente, non quel che mi disse la mia.
"E` di buona famiglia?" "ehm.. si`". (Leggasi, non ne avevo idea) "ottimo, ottimo. Non dimenticare sempre che la famiglia e` lo specchio di cio` che siamo." E io, ammutolita per i seguenti cinque minuti di paternale sull`importanza del lavoro dei suoi genitori e il loro ceto sociale, tornai a casa piu` confusa di prima.
E cosi` decisi di non parlarne piu`, passando i pomeriggi dai nonni davanti la tv a incantarmi davanti "i cartoni animati". Ed e` stata la mia rovina. Negli anni, ho seriamente pensato di far causa a Cristina D`Avena che mi ha seriamente convinta che "dove anche un sorriso e` qualcosa di piu`". NO! NON E` VERO! PER NIENTE!
Ma vi immaginate me, a scuola, vedersi fare un sorriso dal bambino dei miei sogni (tra l`altro ora sposato e padre di famiglia) e restare impalata pensando "OMMIODIO, CRISTINA AVEVA RAGIONE".
Per tutte le elementari, mi sono tenuta questo segreto. E mi sono persino iscritta al coro della chiesa per essere sicura di vederlo anche la domenica. Robe che se ci penso, mi convinco che tutto il mio problema era gia` evidente sin da quando ero una bambina.
Alle medie non e` andata meglio. Sin da subito ho iniziato ad attirare ragazzini bipolari, che mi scrivevano bigliettini dolci e di presenza mi prendevano in giro, come se si vergognassero di me.
Questo ha comportato un mio allontanamento da ogni persona che potesse causarmi problemi, dato che venivo spesso isolata, ma anche li`, per circa tre anni, ho avuto una cotta (mai ricambiata, anche perche` anche qui preferii il silenzio) per un ragazzino poco piu` grande di me.
E io, ancora credendo alle parole di Cristina D`Avena quando cantava "quando un volto restera` nel tuo cuore e saprai che il proprio amore (o primo amore?) anche se tu adesso non lo sai"o peggio "Io sospiro e penso a te, percheeeeeeeeee` tu sei nei sogni mieeeiiii , ma se pooooi sei qui con meeee non riesco maaaai a dirti sai, che io ti voglio beneee" ero convinta che un giorno si`, mentre lui si spostava i capelli dal viso dopo una partita di calcio, si sarebbe accorto di me, alta quanto un soldo di cacio, timida e perennemente insicura. Come no. Cosi` confesso i miei sentimenti in una lettera. Ma essendo un genio, non aspetto di consegnare la lettera appena lo vedo, no. Invio questa lettera ad un perfetto sconosciuto.
Ebbene si`. Non sapendo il nome del padre, provai a indovinare dall`elenco telefonico, risalendo alla zona in cui sapevo vivesse. Ora, non ho mai ricevuto risposta, ovviamente, ma sono abbastanza certa che qualcuno abbia riso con le lacrime.
Se stai leggendo questo post, sappi che ero io. Ripeto, troppi shojo.
La verita` e` che sin dalle elementari avevo capito che le ragazze come me, quelle un po` sulle loro, timide ma socievoli se gliene dai l`occasione, educate e gentili, non sarebbero MAI state prese in considerazione. Purtroppo piaceva la classica belloccia senza cervello: ancora ricordo quando alle medie un simpatico compagnetto mi disse che, se fossi stata almeno bella la meta` di una nostra compagna (la piu` bella della classe) allora sarei gia` stata considerata simpatica. Inutile dire che gli scrissi una grossa parolaccia nello zaino e lui non se ne accorse per un paio di giorni.
Al liceo le cose andavano gia` meglio. Ancora vagamente convinta che esistesse un briciolo di romanticismo, mi convincevo che sarei piaciuta per cio` che ero, anziche` essere preferita alla classica belloccia tutta ricci, tacco e minigonna.
Diciamo che con la mia prima storia seria un po` di autostima e` venuta a crescere, ma con la fine di questa storia, mi sono cominciate a capitare cose a meta` tra l`assurdo e l`ironico.
Innanzitutto, ho pensato che l`ironia, in particolare su me stessa, potesse aiutarmi molto a superare certe batoste (non e` bello lasciarsi con il tuo ragazzo e sapere che aveva gia` una storia con la tua amica, no?)
Ma con l`ironia ho fatto dei passi da gigante, specie quando venivo approcciata per strada da figuri poco chiari con domande tipo "Hey bella, come te la passi?" "fino a poco prima che mi fermassi, molto bene". lasciando li` il povero idiota senza parole.
Alla scortesia accumulata negli anni, si risponde con altrettanta scortesia.
Io ero oramai quella che ai link amorosi rispondeva con ironia e un filo di acidita`, diciamocelo.
Negli anni non sono granche` cambiata: parole tipo "battuffoletto del mio cuore" o "piccolo uramaki intriso nella salsa di soia" non sono mai uscite dalla mia bocca, e temo non usciranno mai, a meno che non siano rivolte a sconosciuti cani per strada.
Ma era quello che mi succedeva nel mentre, che rendeva la situazione ancora piu` fantastica.
Fermo restando che, a quanto pare, la gente si basa molto sul mio aspetto fisico per decidere se sono simpatica o meno, o addirittura, su suggerimenti dati per il posteggio, ma ero giunta alla conclusione. Se mi piaceva qualcuno, dovevo dirglielo.
Non parliamo nemmeno di tutte le volte che il sentimento non veniva ricambiato o svalutato, perche` nel corso della vita sono stata spesso "l`amica" quella con cui confidarsi, o con cui uscire a prendersi una birra
Decisi che era appunto il momento di agire. Essere piu` sicura di me, essere una donna che sapeva quello che voleva e come lo avrebbe ottenuto...
Ma temo qualcosa sia andato eccessivamente storto. Non so se la mia ironia o il mio sano cinismo abbia contribuito a farmi arrivare a questo punto, ma piu` crescevo, piu`mi succedevano cose al limite del paradossale.
Mia madre me lo diceva sempre. Tu sembri uscita da un film, o un cartone animato. Ma e` piu` forte di me: prendere la vita con un sorriso o non prendermi eccessivamente sul serio e` una cosa che mi fa stare bene
E quindi, cosa mi e` successo di cosi` assurdo negli ultimi 5 anni, tanto da scriverci un post?
Innanzitutto, purtroppo, sono cominciati i vari"prego signora, dopo di lei" detto da ragazzi miei coetanei o poco piu` piccoli di me. A quanto pare nonostante io esca struccata, coi jeans strappati, gli anfibi, i capelli rosso fuoco, e uno zainetto con borchiette e spille, sono una signora. Evvvvabbe`, vuol dire che ho classe da vendere. Pazienza.
Poi sono iniziati gli approcci degli stranieri. Frasi tipo "saresti una perfetta matrigna per mio figlio di quattro anni" non sono esattamente le parole piu` belle che vorresti sentire, anche perche` nella mia visione le matrigne delle fiabe erano sempre le stronze gelose della bellezza e della bonta` delle loro figliastre.
Decisamente poco galante, almeno per me.
Sempre gli stranieri mi lodavano per la mia italianita` (?) mentre gli italiani non capivano fossi italiana. Il problema e` che i primi, cercavano una fidanzata italiana da sposare convinti che ancora oggi nel duemila, le italiane stessero chiuse in casa a cucinare, andando in chiesa la domenica e portando la gonna fino al ginocchio, e quando ho dovuto ammettere che no, non giriamo piu` col capo coperto e che non passiamo 12 ore in cucina a sfornare manicaretti, niente, le mie prospettive di matrimonio sono improvvisamente sfumate.
Gli italiani invece andavano dritti al sodo, ma nel modo sbagliato: offrendomi la droga.
Vi giuro, non e` uno scherzo. Secondo loro, mi sarei dovuta sentire onorata perche` "avevo la faccia di una che si droga" "ah no sai, vedendo il tuo stile immaginavo mi potessi dire dove acquistare droga e divertirci assieme" e niente, per me che non fumo manco sigarette e` tutto molto divertente
Sempre negli ultimi anni ai vari inviti a prendere un caffe` sono stata pesantemente insultata. In teoria non sarebbe divertente se non fosse che ho risposto con un aplomb da Elisabetta I.
In Inghilterra mi hanno cercato un fidanzato. Giuro, era diventata la missione di molte signore.
Figli, nipoti, anche semplici clienti che chiedevano informazioni, tutti possibili candidati per mettere fine al mio periodo da single.
Memorabile un giorno, l`arrivo di un ragazzo. La mia collega, una vivace signora di circa 60 anni, mi da` una gomitata. Ammicca e mentre parliamo con lui, lei chiede (a lui) cosa ne pensasse di me. Per aggiungere, come se niente fosse, che cercavano un fidanzato inglese per me. Io, fucsia in viso, e lui, rosa porcellino, ci guardiamo sperando di essere inghiottiti dal terreno.
Per fortuna lo lascio andare con un "buona visita, non faccia caso a quanto ha detto, e arrivederci". Il poverino ha salito le scale barcollando.
Oramai era una questione di onore per molte di loro, per cui mi sono ritrovata circondata da un gruppo di una decina di signore che mi chiedevano informazioni sui miei hobby per vedere se collimavano con quello dei loro parenti. Bridget Jones chi?
Un giorno ero invece seduta a farmi i fatti miei, completamente assorta nei miei pensieri. Aspettavo una amica, per cui ogni tanto guardavo il cellulare. Si avvicina un ragazzo indiano, che vendeva rose rosse. Insisteva affinche` ne comprassi una, cosi` con una risata esclamo "ma guarda che dovrebbe essere un ragazzo a regalarmi le rose. Io sto aspettando una amica". E lui niente, ha pensato dovessi essere lesbica perche` ha detto "appunto, le regali una rosa" (rossa. Chi non l`ha mai fatto). Insomma, anche gli ambulanti che vendono fiori si sono adeguati ai tempi, per cui ci puo` stare se volevano che regalassi quella rosa rossa. Alla fine e` ripassato, notandomi seduta con la mia amica sempre li`, e ha insistito che comprassimo quei braccialetti dell`amicizia che tanto andavano di moda negli anni 90. Noi, sul disperato andante, acconsentiamo, ma gli regaliamo semplicemente i soldi senza bisogno di ricevere altro. Lui insiste. Sospetto si sia sentito una fata madrina nei nostri confronti.
Un`altra volta invece, ero a cena fuori con degli amici. Un ragazzo appena conosciuto voleva convincermi in tutti i modi che non dovevo tornare in Inghilterra, con le solite scuse del palermitano medio "abbiamo il sole e il mare, il cibo" cose di cui proprio a me non frega nulla. Un ragazzo indiano ci nota e viene sparato verso di noi. Io, avendolo captato con i miei sensi da ragno, anticipo subito: "no, non e` il mio ragazzo. Niente rose, grazie". Sorrido e spero non insista.
Lui: - Come mai? -
- Come mai cosa? -
- Come mai non hai un fidanzato? - ed eccoci qui. Ma che ne so io? Insomma, non e` sempre stata una mia scelta, no?
Indecisa su cosa dire, sospiro. - E` complicato, ma va bene cosi`, non mi dispero - . E lui cosa fa? Ebbene, si siede accanto a me e mi dice che ha tutta la serata. Ridiamo tutti insieme, compreso lui, e praticamente mi ha cominciato a fare il terzo grado sulla mia vita sentimentale.
Alla fine scopro che ha 22 anni, una fidanzata in Bangladesh e che vendendo rose sperava di raccogliere soldi per poterle dare qualcosa nella vita. Gli ho regalato quello che avevo, tra abbracci e auguri per le nostre vite. Cinica si`, ma non del tutto.
E infine, una delle piu` fresche. Non parlo dei conoscenti che mi chiedono "E tu? Sposata no? " come se fosse l`ovvieta` piu` grande, e gia` quest`anno me lo sono sentita chiedere piu` di tre volte, ma parlo di lui.
Un altro ragazzo del Bangladesh, che ha lavorato da noi per un po`. Lui sposato, gia` padre di famiglia, un bel giorno, mesi dopo che lavorava da noi e che quindi, aveva preso confidenza, si avvicina da me, fissandomi un po` perplesso o indeciso se dirmi qualcosa o meno.
Lo guardo a mia volta, sorridendo con fare incoraggiante. E arriva la domanda:
- Mi chiedevo, io non vedo foto di ragazzo e te nella tua stanza, come mai? Non ti piacciono? - e avete presente il momento in cui vi prendono nuovamente per gay e pensate che avrebbe piu` senso dire di si`, che lo siete?
- No, semplicemente non ho un ragazzo -
- Ah ma in mio paese donne della tua eta` non sposate e ` una cosa molto strana -. Mio caro amico, nonostante io "abbia la mia eta`" non ho mica firmato un contratto, no? Sorrido ancora nonostante la grande voglia di allargare le braccia ed esclamare
- Beh anche un tempo era cosi`, ma ora molte donne e anche molti uomini scelgono di non sposarsi. - Sorrido, speranzosa che la cosa finisse li`, ma lui annuisce ed esclama
- Secondo me cose piu` semplici se anche voi vi sposaste come io e mia moglie, noi ci siamo visti in foto e sposati poi - . Ok, e` una prassi ancora molto usata nel suo paese, in India, anche in Cina, ma siamo onesti.
Mi/ Vi vedete pensare di sposare qualcuno appena visto in foto?
E poi eccoci, al ballo. Non organizzato da me, ma comunque un ballo.
Premesso che non stavo benissimo, la crinolina mi comprimeva e stritolava la pancia gonfia (mannaggia a me che ho mangiato roba normale <3) e il vestito andava sistemato ogni due secondi, ma immaginate sentirsi dure tutto il tempo "e i cavalieri?" "perche` tutti hanno i cavalieri e tu e la tua amica no?" "ma siete sole?"
Alche`, esausta, ho pensato di esclamare "Purtroppo i cavalieri sono sono in guerra!"
Ok, in conclusione, il matrimonio combinato non e` poi cosi` una cattiva idea, se mi dicessero che Ben Barnes o Tom Hiddleston cercano moglie, o che Jang Keun-suk e Ji Chang-wook vogliono far parte del mio harem, chi sono io per dire di no? Ma conoscendo la mia fortuna, e` abbastanza probabile che io, in foto, mi troverei soltanto cinquanta sfumature di Collins.
Gia` che ci siamo, auguri!